Carla Zocchi
Padmasambhava, il Prezioso Maestro

 


 

PASSI SCELTI

 

Non è facile stabilire la data dell’introduzione del buddhismo in Tibet. Appare evidente che il fenomeno è avvenuto in modo lento e graduale.

La versione accettata dai tibetani si appoggia alla tradizione che indica l’epoca del regno di Sron-bTsan sGam-po, vissuto nel VII secolo della nostra era.

Le antiche cronache riportano un interessante episodio della vita di un re del Tibet vissuto nel IV secolo d.C., il cui nome era Lha-tho-tho-ri. Si dice che fosse un’emanazione di Kun-tu bZan-po, considerato il Buddha primordiale dai Tibetani della scuola buddhista antica.

Quando il re aveva sedici anni di età, cadde dal cielo uno scrigno contenente uno stupa d’oro e due libri sacri buddhisti: il Karandavyûha-sûtra e i Cento Precetti. La comparsa dello scrigno procurò intensa emozione in tutto il regno. Il re lo denominò «Misterioso Protettore» e ne fece un oggetto di venerazione. In un sogno gli fu profetizzato che alla quinta generazione dopo la sua sarebbe comparsa una persona capace di decifrare il contenuto dei due testi sacri. La profezia si avverò. Alcuni secoli più tardi, Sron-bTsan sGam-po inviò il ministro Thon-mi Sam-bho-ta in India allo scopo di studiare l’arte della scrittura e di compilare un alfabeto conforme alla lingua tibetana parlata. La realizzazione di quanto era stato predisposto permise di redigere per iscritto documenti i cui contenuti fino ad allora erano stati tramandati oralmente e di dare inizio ai lavori di traduzione dal sanscrito in lingua tibetana di testi buddhisti. La tradizione ci informa anche della conversione al buddhismo di questo re, dovuta principalmente all’influenza esercitata su di lui dalle sue due mogli, una principessa nepalese e una principessa cinese, entrambe buddhiste.

In realtà, il buddhismo ha assunto un ruolo importante in Tibet soltanto un secolo più tardi, durante il regno di Khri-Sron-lDe-bTsan, il quale riuscì a superare l’opposizione dei ministri e degli aristocratici favorevoli alla religione Bon.

Fra i personaggi di maggiore risalto invitati in Tibet per diffondere l’insegnamento del Buddha sono da menzionare Shântarakshita, Kamalashîla, Padmasambhava.

Il personaggio più eminente della scuola degli Antichi, i rÑing-ma-pa, è Padmasambhava, considerato dagli stessi il secondo Buddha. A questo prezioso Maestro vengono attribuiti numerosi insegnamenti che sono pervenuti a noi mediante un particolare genere letterario, i gTer-ma, tesori nascosti, preziosi, perciò degni di essere preservati e tramandati. Con questo nome si designano non soltanto testi, ma anche oggetti sacri, strumenti usati per il rituale e quanto può far sorgere la devozione.

Nella tradizione della scuola degli Antichi il termine gTer-ma indica testi di contenuto filosofico-religioso che sono stati nascosti da un Maestro o da un suo discepolo durante il periodo della prima introduzione del buddhismo in Tibet, per essere in seguito ritrovati da uno di questi discepoli, in una successiva rinascita, nel momento in cui si rendesse necessario divulgare l’insegnamento a beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Colui che scopre il gTer-ma è denominato gTer-sTon, parola che designa lo scopritore e anche il Maestro che può trasmettere gli insegnamenti contenuti nel gTer-ma. Questi testi sono molto popolari in Tibet. Essi rispecchiano in modo genuino la cultura tibetana, che nella sua espressione letteraria è solitamente ricca di spunti lirici e anche fantastici, i quali immettono con semplicità il lettore nella realtà dell’ambiente descritto. L’interesse viene incrementato dall’abbondanza di fatti e notizie mediante i quali vengono forniti dati storici, etnografici, filosofico-religiosi, iconografici, profetici, descritti sovente con toni magici, reali e surreali, sempre affascinanti.

Le lingue in cui furono redatti i gTer-ma sono il sanscrito, il newari, le lingue di O-rGyan e Gilgit, nei vari tipi di scrittura tibetana; la tradizione indica anche la lingua delle Dakini, la quale può manifestarsi in lettere di fuoco, d’acqua e d’aria.

La maggior parte delle biografie di Padmasambhava, il Guru Rin-po-che, sono dei gTer-ma. Altre fonti a cui possiamo attingere per ottenere notizie relative a episodi della sua vita sono la tradizione orale, le cronache, le opere sulle origini, progresso e sviluppo del buddhismo, le biografie di lama tantrici, le varie collezioni liturgiche.

La biografia che qui è stata utilizzata per raccontare alcuni episodi della vita di Padmasambhava è un gTer-ma scoperto da O-rGyan-gLing-pa, ed è stata da lui redatta nella lingua del Tibet nel 1352. è conosciuta con il seguente titolo: Padma-thang-yig. Poiché questo tesoro è stato scoperto nella grotta di Cristallo di Padma nello Yar-kLuns, viene anche denominato con il nome tibetano Sel-Brag-ma.

Nei gTer-ma, Padmasambhava nasce spontaneamente nel Loto, per cui questa nascita viene definita miracolosa. La descrizione di questo evento ci introduce in un mondo che a noi appare irreale, fantastico, e ci porta a sperimentare emozioni mai conosciute.

La locuzione rNam-par Thar-pa usata dai tibetani, e che noi traduciamo «biografia», significa «completa liberazione»; infatti gli episodi della vita del personaggio descritto indicano la via che conduce alla totale liberazione dai desideri, dagli attaccamenti, da tutti quei veleni che ci trattengono nel samsara.

Gli episodi miracolosi si susseguono con un ritmo incalzante. Le epiche gesta del Guru Rin-po-che alimentano la fantasia e soprattutto la devozione del lettore. Ogni tibetano, ogni buddhista è affascinato dal metodo usato per porgere l’insegnamento adatto a ciascuno.

Noi ora ci inchiniamo al Maestro di O-rGyan, Pad-ma-aByung-gNas, il Nirmânakâya, augurandoci che la sua pura energia ci aiuti a trasformare la nostra ignoranza in Chiara Luce.

 

 


Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione del testo in qualsiasi forma senza permesso dell’editore, salvo nel caso di citazioni o di recensioni, purché quanto in esse riportato sia conforme all’originale e se ne citi la fonte.

Ritorna alla pagina iniziale

Magnanelli Edizioni

Via Malta, 36/14 - 10141 Torino

Tel. 011-3821049 - Fax 011-3821196